venerdì, Aprile 26, 2024
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Rogo di Pomezia. Si teme emergenza amianto e diossina

Allerta sui rischi per la salute e l’inquinamento dell’aria dopo il rogo avvenuto nell’azienda Eco X lo scorso 5 maggio. Coldiretti parla di emergenza per le 150 aziende agricole colpite dall’ordinanza che interessa “una area coltivata di circa 4mila ettari di terreno”. La procura di Velletri sequestra l’impianto

di Gianluca De Angelis

Nel tetto dello stabilimento Eco X di Pomezia, dove venerdì scorso è scoppiato un incendio, c’era “amianto incapsulato”.  Lo conferma la Asl 6 Roma dopo i rilievi effettuati dai vigili del fuoco. Un danno ambientale gravissimo, perché la nube nera si è espansa per chilometri, inducendo le autorità a impartire l’ordine di chiusura delle scuole e il divieto di raccolta di prodotti agricoli e di pascolo per gli animali in un raggio di 5 chilometri dal luogo del rogo, a cui si aggiunge l’ordine di evacuazione per chi vive a 100 metri.

Il direttore della Asl 6 Roma, Mariano Sigismondi, afferma che “bisognerà valutare l’effetto del calore su questa particolare sostanza. Al momento non abbiamo elementi che possano far destare preoccupazioni, almeno a livello acuto, nell’immediatezza. La priorità è ora quella di mettere in sicurezza il sito, perché finché l’incendio non sarà del tutto domato non si può andare sul posto a fare le dovute verifiche”. Quello che si deve fare ora è “valutare l’effetto del calore sprigionato dall’incendio su questa particolare sostanza”. Anche perché secondo l’Istituto per l’inquinamento atmosferico del Cnr, “è probabile che ci sia una dispersione di microfibre di amianto in atmosfera”.

Gli esperti, nonostante l’amministratore unico della società Eco X avesse smentito categoricamente la presenza del pericolosissimo materiale nel suo stabilimento, confermano dunque la presenza di sostanze pericolose che potrebbero essere state sprigionate nell’ambiente insieme al rogo.

La Procura di Velletri ha disposto quindi il sequestro dell’impianto e ha incaricato l’Arpa di verificare il grado di diossina eventualmente sprigionatosi nell’aria. Entro giovedì dovrebbero essere disponibili i dati sul grado qualitativo di inquinamento dell’aria, ovvero la natura delle concentrazioni di polveri, e venerdì ci sarà un vertice in procura per un punto della situazione.

Le mosse delle istituzioni

Il sindaco di Pomezia Fabio Fucci ha intanto annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile in un eventuale processo, mentre diverse associazioni di Ardea e Pomezia insieme a gruppi di cittadini si stanno unendo per presentare denunce di risarcimento danni, pensando anche a una class action. Il sindaco di Pomezia ha anche firmato un’ordinanza che dispone “la chiusura in via precauzionale di tutte le scuole di ogni ordine e grado” per domani e dopodomani per “consentire le operazioni di pulizia straordinaria che dovranno interessare le aree eventualmente esposte alla ricaduta da combustione”. Non solo: nell’ordinanza, ha confermato l’evacuazione delle case nel raggio di 100 metri dal luogo dell’incendio, raccomandando di tenere le finestre chiuse nel raggio di 2 chilometri dal deposito di plastiche andato a fuoco.

Secondo il sindaco di Roma, Virginia Raggi, “Al momento gli ultimi dati sulla qualità dell’aria non rilevano criticità e sono tutti nella norma. Vorrei tranquillizzare i cittadini: secondo l’Arpa Lazio nell’aria non ci sono sostanze inquinanti o pericolose per la nostra salute. Già da ieri le centraline Arpa non hanno rilevato a Roma superamenti dei limiti imposti per la qualità dell’aria dalla normativa vigente. Sono state analizzate con particolare attenzione le concentrazioni misurate presso le stazioni Ciampino, Cinecittà ed EUR-Fermi, le aree più vicine al luogo dell’incendio. Risultato: non sono stati evidenziati picchi di concentrazione di ossidi di azoto, di polveri o di benzene. Abbiamo comunque invitato l’Arpa Lazio a comunicare tempestivamente l’evolversi delle condizioni”.

La situazione per l’agricoltura

Il Car, il Centro agroalimentare di Roma, il polo logistico e distributivo dal quale passano i prodotti ortofrutticoli che finiscono sulle tavole della Capitale e di tutto il Lazio, sta facendo controlli a campione su tutti i prodotti che arrivano dalle zone del Lazio interessate, in particolare sulle verdure a foglia. L’operazione, spiegano dal Car, riguarda soprattutto l’eventuale presenza di diossina negli alimenti a livelli di guardia. Dal Car, in cui si teme un effetto “psicosi” tra i consumatori, sottolineano però che per ora non sono arrivate indicazioni restrittive dalle autorità preposte e che, in ogni caso, “i prodotti da serra sono sicuri. Nel Car si è ormai raggiunta la totale tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti e questo porta, al momento, a non accreditare fenomeni di allarmismo”.

Per la  Coldiretti di Roma è invece emergenza. “Nel territorio di circa 4mila ettari in cui vige il divieto di raccolta degli ortaggi e di pascolo degli animali, ci sono oltre 150 aziende agricole che vivono un momento di grande difficoltà: per loro è vera emergenza. È fondamentale quindi che vengano attivate le procedure per il rimborso dei danni”, spiega David Granieri, presidente dell’associazione di Roma e Lazio. Che aggiunge: “Siamo pronti a distruggere i raccolti, pronti dunque a perdere il reddito delle coltivazioni che risulteranno contaminate e che comunque insistono nel raggio dei cinque chilometri di fascia di interdizione che delimita il territorio compromesso dal rogo”. Ma poi aggiunge: “A fronte del nostro impegno assoluto e totale nel collaborare con le istituzioni sanitarie alla tutela della salute dei consumatori, chiediamo attenzione e celerità nella predisposizione delle procedure per il ristoro degli ingenti danni subiti dalle aziende agricole e dagli allevamenti insediati nel comprensorio interdetto”.

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